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SOLIDARIETA' A CAPPATO



È passato oltre un anno da quando Marco Cappato e Mina Welby sono stati assolti dalle accuse di istigazione e aiuto al suicidio per il caso Trentini. Da allora, abbiamo chiesto in tutti i modi al Parlamento di agire per fornire a questo Paese e a quanti ne hanno bisogno, una legge seria sul fine vita e sull’autodeterminazione dell’essere umano, compiendo un passo di civiltà dal punto di vista delle libertà e dell’umanità. Dopo quella sentenza, fa male ammettere che nulla è cambiato: oggi Marco è di nuovo iscritto nel registro degli indagati per aver accompagnato in Svizzera la signora Elena.

Nell’esprimere a Marco Cappato tutta la nostra solidarietà, non possiamo nascondere la nostra indignazione. Siamo indignati per i ritardi che l’Italia continua ad accumulare in merito ai diritti civili. E lo siamo per come, all’inizio di quest’anno, la Corte costituzionale ha dichiarato inammissibile il quesito proposto dall’Associazione Coscioni sulla depenalizzazione dell’omicidio del consenziente, le cui firme abbiamo contribuito a raccogliere.

Siamo convinti che garantire la libertà di scelta e rifiutare ogni forma di accanimento terapeutico, agevolando la desistenza terapeutica per accompagnare il fine vita, rappresenti un passo in avanti verso la civiltà e per il rispetto dell’essere umano che questo Paese ha assoluto bisogno di compiere.

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