SCONCERTANTE LA RICHIESTA DELLA LEGA DI RIAPRIRE LA CACCIA IN LOMBARDIA E PIEMONTE
Comunicato stampa
Bruxelles, 17 novembre 2020
EVI: SCONCERTANTE LA RICHIESTA DELLA LEGA DI RIAPRIRE LA CACCIA IN LOMBARDIA E PIEMONTE
Incredibile, ma vero: in piena emergenza COVID la Lega chiede la riapertura della caccia in Lombardia e Piemonte, adducendo la giustificazione secondo cui “l'attività venatoria potrebbe essere svolta in totale sicurezza e nel pieno rispetto delle restrizioni imposte da Roma”. Nello specifico, la richiesta è stata inoltrata dagli assessori regionali di Piemonte e Lombardia Marco Protopapa e Fabio Rolfi i quali, in una nota congiunta, equiparano la caccia alle attività sportive svolte all’aperto e, pertanto, la ritengono non a rischio per la propagazione del COVID. “Questa richiesta evidenzia una tale mancanza di senso di responsabilità ed una tale miopia politica da sembrare una trovata giornalistica. Invece è la triste realtà” - dichiara Eleonora Evi, europarlamentare titolare in Commissione Ambiente.
“Nella nota scritta dai due assessori regionali apprendiamo con incredulità non solo che l’attività venatoria è considerata uno sport a tutti gli effetti, ma che in piena pandemia, mentre negli ospedali di Piemonte e Lombardia le persone continuano a morire di COVID, mentre tutte le attività sono sospese, gli esercizi commerciali e persino le scuole chiuse, si ritiene che la caccia sia un’attività di primaria importanza per i cittadini lombardi e piemontesi” - continua Eleonora Evi.
Seconda l'europarlamentare, questa sconcertante iniziativa conferma ancora una volta l’incompetenza di una classe politica senza visione e senza alcuna capacità di individuare le priorità di intervento in un momento simile.
“Non posso che manifestare il mio dissenso a questa richiesta totalmente priva di senso, ricordando che mentre in Europa si combatte a sostegno delle politiche ambientali, della biodiversità e degli animali selvatici, la Lega si rivela per quello che è: un partito anacronistico, miope ed irresponsabile” - conclude Eleonora Evi.
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