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QUALE IDROGENO PER UNA TRANSIZIONE VERDE? FACCIAMO CHIAREZZA



In questi mesi si sente spesso parlare dell'idrogeno come risorsa fondamentale per la decarbonizzazione dell'economia. L'UE ha adottato una strategia dedicata la scorsa estate, mentre l'Italia sta ora preparando un piano nazionale, con l'obiettivo di investire quasi 10 miliardi in questo settore. Ma quanto abbiamo veramente bisogno dell'idrogeno per un futuro più verde?

Nel webinar organizzato da Legambiente Onlus lo scorso venerdì, ho avuto occasione di chiarire la mia posizione sulle reali potenzialità dell’idrogeno per la transizione verde. Ho ribadito che il focus dell'UE e dei suoi Stati membri deve essere innanzitutto sulla produzione di energia da fonti rinnovabili e sull'elettrificazione.

L’idrogeno rinnovabile, cosiddetto "verde", potrebbe giocare invece un ruolo importante nella riduzione delle emissioni nei settori difficili da decarbonizzare, come l'industria chimica e il trasporto marittimo e aereo.

È fondamentale, però:

- investire solo in idrogeno prodotto da fonti al 100% rinnovabili, e non in quello "a basse emissioni" o peggio ancora quello che si appoggia al nucleare;

- creare un sistema di certificazione dei diversi tipi di idrogeno e dare una definizione univoca di idrogeno rinnovabile;

-privilegiare la produzione di idrogeno a livello locale ed europeo, senza investire in enormi infrastrutture di trasporto nazionali o transcontinentali come il TAP;

- eliminare conflitti di interesse nella distribuzione e gestione dei fondi, togliendo il troppo spazio lasciato finora alle lobby del gas.

Ecco il mio intervento completo.

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