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PREMIO SACHAROV A NAVALNY. MA NON DIMENTICHIAMOCI DI ASSANGE.



Sono onorata di essere intervenuta dal Parlamento Ue di Strasburgo al dibattito sul Premio Sacharov, assegnato a #Navalny, per rendere omaggio al coraggio di un uomo libero, che ha condotto una tenace campagna contro la corruzione del regime di #Putin, denunciando gli abusi interni al sistema e riuscendo a mobilitare milioni di persone in tutta la Russia che si sono unite alla sua protesta. Non dobbiamo mai smettere di parlare di lui, perché non venga dimenticata la sua lotta.

In quest’occasione non ho potuto fare a meno di ricordare anche un altro simbolo di lotta per la libertà di espressione, Julian #Assange, per il quale purtroppo proprio venerdì scorso una sentenza dell’Alta Corte di Londra ha consentito l’estradizione negli USA, dove rischia la condanna a 175 anni di carcere. E ho anche ribadito le contraddizioni di un’Europa che combatte per il rispetto della libertà di espressione, ma che non sempre mostra coerenza, rendendosi spesso protagonista di un colpevole silenzio su casi come quello di Assange.

Le dolorose storie di Navalny e di Assange devono diventare un monito per l’Europa, per riflettere sulla tenuta delle nostre democrazie, la cui fragilità, come risulta evidente dalla situazione di Polonia e Ungheria, è davanti agli occhi di tutti.

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