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LA MIA PROPOSTA DI LEGGE PER RIDURRE L’IVA SUL LATTE VEG

Il latte a base vegetale, nel nostro paese, è tassato come se fosse un bene di lusso. Il comune latte fresco pastorizzato o UHT, infatti, è soggetto all’aliquota IVA ridotta pari al 4%, al contrario, ai latti vegetali sostitutivi del latte (a base di soia, di riso, avena o di altri cereali o frutta secca) si applica l’aliquota ordinaria del 22%, la stessa dei beni considerati di lusso.

Una vera assurdità.

Eppure sul piano della salute, dell’ambiente, della sofferenza degli animali beh, non c’è paragone, il latte vegetale è migliore su tutta la linea.

Il latte vaccino emette gas serra più del doppio dei latti vegetali, per fare un litro di latte serve piú di 20 volte l’acqua necessaria per un litro di latte di soia.

Per non parlare della condizione di vita delle vacche da latte, chiuse tutta la vita nelle stalle industriali, costrette a essere periodicamente ingravidate meccanicamente per continuare a produrre latte. Una barbarie.

L’attuale regime d’imposizione dell’IVA poi favorisce i ‘produttori’ di latte vaccino e animale (che già godono di notevolissimi sussidi), discriminando invece gli agricoltori orientati alla coltivazione di cereali e di legumi adatti ad essere trasformati in ‘latti’ vegetali.





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