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IL FERMENTO VERDE



Ambiente, clima, natura al centro.

Sono sempre di più le persone, soprattutto i più giovani, a chiedere azioni concrete e ambiziose.

E la politica deve aprirsi, evolversi e rispondere.

Per questo è fondamentale una forza ambientalista unita e compatta anche in Italia.

Ne ho parlato su Areale la Newsletter di Domani https://bit.ly/3v352ih


La storia dell'europarlamentare Eleonora Evi è interessante per capire il fermento che c'è intorno a una rinascita politica dei Verdi. La sua azione politica è cominciata nel Movimento 5 stelle, con il quale Evi è entrata all'Europarlamento. Dal movimento però è uscita (insieme ad altri) sbattendo la porta durante il secondo mandato, per quello che definisce «il tradimento di alcune battaglie ambientaliste cruciali». È una misura di come i Cinque stelle abbiano fatto fatica in questi anni a rispettare la loro identità ecologista. La goccia finale è stata la riforma della Politica agricola comune. Evi è entrata nei Verdi europei e – notizia di questa settimana – in quelli italiani, che sono ora nel pieno della transizione da Verdi a Europa Verde. La situazione, come la definisce Evi, è «vivace». C'è stata la nascita di una componente verde alla Camera (Facciamo Eco), l’adesione del sindaco di Milano Sala alla carta dei valori dei Verdi europei. «Se una persona come lui, che in passato ho combattuto, ha saputo cambiare idea e avvicinarsi ai principi ecologisti, è una grande notizia, anche se dovremo tenere gli occhi aperti sulla coerenza a livello locale», dice Evi. La scommessa però è aggregare questo fermento in una sola identità, un solo marchio e un solo nome. Devono essere affluenti di un solo fiume, altrimenti questi rivoli rischiano di confondere gli elettori e allontanare l'obiettivo finale, far arrivare l'onda verde di Germania e Francia anche in Italia.

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