DIRETTIVA ACQUA POTABILE OCCASIONE MANCATA, SU PFAS SI DOVEVA FARE DI PIÙ
La direttiva sull’acqua potabile, votata oggi dalla Commissione Ambiente del Parlamento europeo, è l’ennesima occasione mancata di una Europa che preferisce i compromessi al ribasso rispetto a una coraggiosa tutela dei cittadini. A otto anni dall’iniziativa dei cittadini europei “Right2Water", che aveva raccolto più di 1,6 milioni di firme con la richiesta di assicurare l’accesso all’acqua potabile a tutti i cittadini europei, purtroppo molte richieste sono rimaste lettera morta. La nuova direttiva europea sull’acqua potabile riconosce questo diritto ma concede agli Stati Membri la possibilità di decidere se intraprendere o meno alcune misure che invece andavano rese obbligatorie. Fra queste ci sono sicuramente la distribuzione gratuita o a basso costo dell’acqua in ristoranti e mense, la garanzia dell’erogazione del minimo quantitativo vitale come raccomandato dal’OMS anche per le popolazioni più vulnerabili o marginalizzate. Purtroppo il testo non è più modificabile perché arriva dopo un lungo e faticoso negoziato e verrà votato in plenaria per la conversione definitiva.
La lotta ai PFAS, che sta molto a cuore all’Italia, è solo all’inizio. La direttiva infatti fissa un limite di 0,1 microgrammi per litro come soglia massima in tutti i Paesi europei ma solo per 20 dei 4.700 PFAS presenti. Il Movimento 5 Stelle continuerà la battaglia per raggiungere l’obiettivo PFAS zero. Ancora molto resta da fare e ci aspettiamo che la nuova Commissione europea proponga un nuovo limite per cercare di eliminare tutte le 4.700 sostanze.
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