CS - EVI: NELLA DISCUSSIONE DEL CONSIGLIO SUL CLIMA L’ITALIA NON MOSTRA CORAGGIO
“Decisamente al ribasso e priva di ambizioni. Un’occasione persa, che denota mancanza di coraggio e di visione” - così Eleonora Evi, eurodeputata dei Verdi europei, in riferimento alla discussione svoltasi ieri al Consiglio dei ministri europei dell’ambiente, che di fatto avalla la posizione del Consiglio dei ministri dello scorso dicembre in merito alla riduzione delle emissioni nette del 55% al 2030.
Lo scorso ottobre, il Parlamento europeo stabiliva l’obiettivo del taglio delle emissioni al 60%, sebbene, come richiesto dalla comunità scientifica, la proposta iniziale fosse del 65%, ma ieri gli Stati Membri “hanno mostrato una miopia allarmante per quanto riguarda il raggiungimento dell’obiettivo della neutralità climatica, soprattutto perché nel calcolo di riduzione delle emissioni rimangono fermi sulla loro posizione di mantenere un parametro delle emissioni nette. Un escamotage che di fatto annacqua ulteriormente l’ambizione della proposta” - continua l’eurodeputata, che si chiede come mai l’Italia non assuma una posizione coraggiosa, preferendo, invece, prendere le distanze da quella adottata dal Parlamento europeo.
Nella discussione, inoltre, non si è registrato alcun progresso sull'istituzione di un comitato scientifico indipendente. Ma il dato più sconcertante, secondo Eleonora Evi, è che non si comprenda come l’adozione di strategie ambiziose nel raggiungimento della neutralità climatica sia garanzia anche di prosperità economica. Come dimostrato da un recente studio pubblicato dai Verdi europei, infatti, raggiungere una riduzione delle emissioni del 60% entro il 2030 darebbe un forte impulso all'economia e creerebbe oltre un milione di nuovi posti di lavoro. Il modo più intelligente per fronteggiare la crisi climatica.
"La discussione di ieri si configura davvero come un fallimento in termini di prospettive per il raggiungimento degli obiettivi dell’Accordo di Parigi e, da Italiana, non posso che essere profondamente delusa per la pavidità del mio Paese. È assolutamente necessario che i prossimi negoziati tengano conto del parere della comunità scientifica e che si trovi un accordo prima possibile, perché la crisi climatica non aspetta" - conclude Eleonora Evi.
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