CLIMA: EUROPA TROPPO TIMIDA E INFLUENZATA DALLE LOBBY?
Ecco la mia intervista per #ENDSEurope su populismo, ambientalismo e investimenti green.
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Mentre l'inverno volgeva alla primavera, l’anno passato, e Bruxelles si preparava per le elezioni del nono Parlamento europeo, i commentatori politici erano ossessionati dallo spettro del crescente "populismo". Alla conta dei voti tuttavia, non ci fu un’avanzata populista, ma piuttosto un’ “onda verde”. “Se populista significa che veniamo dal popolo, e che portiamo i cittadini nelle istituzioni, allora è così” Dice Eleonora Evi eurodeputata di Milano. E lei è un’ambientalista? “Assolutamente si.” L’orizzontalità del Movimento 5 stelle è nata, dice Evi, dalla lotta ambientale. Con una formazione da designer, l’eurodeputata è una attivista di lungo corso, in lotta contro l’energia nucleare e a favore dell’acqua pubblica fin da prima di essere candidata nel 2014. ⚬ Alleanze difficili Nonostante la difficile alleanza con il partito Indipendentista del Regno Unito di estrema destra, che nega il cambiamento climatico, gli europarlamentari del Movimento 5 Stelle sono stati all’altezza delle loro radici ambientaliste. Premiato come partito italiano più ambientalista da Climate Action Network, la rappresentanza stellata ha ottenuto un punteggio persino più alto di quello dei Verdi. Iniziare il nuovo mandato senza un gruppo politico, tuttavia, ha diminuito l’influenza dei Cinque Stelle, escludendoli da importanti posizioni nelle commissioni. Ma, nonostante le precedenti chiusure, il Movimento è di nuovo in trattativa per unirsi con i Verdi/EFA, la loro casa “naturale”, rivela Evi. “L’affinità politica è molto alta”, dice lei, “Mi aspetto che ci diano presto il benvenuto” suggerendo che la resistenza dei Verdi tedeschi potrebbe essere superata dall’intenzione di sostituire gli 11 membri del Regno Unito persi a causa della Brexit. Evi riconosce le difficoltà incontrate da un movimento così antisistema quando vince le elezioni. A Roma, dopo quasi due anni al governo (ora in coalizione con il centro-sinistra) il partito è ancora in lotta con quella contraddizione. A Bruxelles e Strasburgo, nel frattempo, il ruolo più marginale del Parlamento UE tra le istituzioni europee e la complessità del processo legislativo, hanno frustrato i tentativi di “far sentire la voce dei cittadini”. ⚬ Un enorme buco nero Il Movimento 5 Stelle ha denunciato fortemente l’opacità del Consiglio europeo, definita da Evi “dannosa per la democrazia”. I lobbisti giocano un ruolo importante, afferma, citando i settori automotive e chimico come aree “dove le grandi industrie riescono a far sentire la loro voce molto forte, in particolare al Consiglio”. L’organo legislativo composto dagli Stati membri, afferma, è un “vero buco nero”, senza alcuna documentazione degli incontri, “noi non sappiamo quale posizione è assunta dai vari Stati”. I lobbisti, afferma, hanno un’influenza tangibile sul Consiglio che abitualmente sostiene posizioni più deboli e meno ambiziose in materia di politica ambientale rispetto al Parlamento europeo, molto più trasparente. Ad una settimana dalla presentazione, da parte della Commissione, dell’ultima proposta legislativa contenuta nel European Green Deal (la legge sul clima che dovrebbe permettere di raggiungere l’obiettivo di neutralità carbonica entro il 2050) Evi non è convita che il pacchetto verde della presidente Ursula Von Der Leyen porterà ad “azioni concrete che spingano davvero la transizione di cui abbiamo bisogno e con l’ambizione di cui abbiamo bisogno”. Il recente voto al Parlamento a favore della lista di infrastrutture energetiche ammissibili ai finanziamenti europei, che include 55 progetti di gas fossile, è stato un “cattivo segnale”, afferma Eleonora Evi, riguardo alle reali intenzioni dell’UE, nonostante le “ambizioni sulla carta”. Evi è particolarmente preoccupata per i finanziamenti, con il Consiglio e il Parlamento ai ferri corti sul prossimo bilancio dell’UE, afferma: “le proposte per raccogliere fondi attraverso la leva fiscale sulla plastica e sui servizi digitali potrebbero non essere abbastanza coraggiose.” “Dobbiamo essere creativi e cercare di essere più ambiziosi”, afferma, suggerendo che la BCE dovrebbe utilizzare il Quantitative Easing, che finora è stato utilizzato per la speculazione piuttosto che per l’economia reale, per supportare la transizione ecologica. “Dovremmo usare i soldi”, per esempio, dice, per “isolare ogni casa in Europa”, Evi ha chiesto al Parlamento europeo che gli investimenti green vengano scorporati dal patto di Stabilità per garantire ad ogni paese la capacità di spendere quanto necessario per la lotta ai cambiamenti climatici. “Dovremmo essere tutti d’accordo nel dire che gli investimenti verdi vadano esclusi dal calcolo del deficit”, per assicurare che gli investimenti “di cui abbiamo disperatamente bisogno” trovino attuazione, dice, portando come esempio la delicata situazione economica dell’Italia. ⚬ Decrescita Il Movimento 5 Stelle ha promosso l’idea, popolare tra gli economisti ecologici ed eterodossi, della decrescita economica come via per un società più felice, più sostenibile e più giusta. I sostenitori della decrescita hanno criticato l’impegno della Commissione per la crescita attraverso il Green Deal europeo, che sostengono sia incompatibile con la lotta alla crisi climatica. “Non ho mai avuto simpatia per la parola crescita” afferma Evi “parlare oggi di crescita è antistorico in un pianeta con risorse limitate”. Pur riconoscendo un certo livello di disaccoppiamento tra crescita economica e prosciugamento delle risorse, afferma che bisogna fare di più. Sostiene la necessità di una strategia economica che crei posti di lavoro e stabilità economica per i cittadini, ad esempio un’economia circolare, incentrata sulla riparabilità e sul riutilizzo per creare più posti di lavoro di quelli persi, nella gestione dei rifiuti. Questo è un campo in cui Evi attinge dalla sue esperienza nella progettazione strategica, sostenendo che servono migliori decisioni in fase di progettazione e una regolamentazione più stringente sull’eco-design per un numero maggiore di prodotti. Questi principi sono in linea con il pensiero della Commissione, afferma “ma dobbiamo spingere sull’acceleratore”. ➡️ 🔗 https://www.endseurope.com/article/1675483/eco-populist-march-european-institutions
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