CHI INQUINA PAGA? NON SEMPRE È COSI’
Un recente rapporto della Corte dei Conti europea, che per la prima volta ha preso in esame il principio “chi inquina paga”, secondo il quale l’inquinatore è tenuto a sostenere i costi dell’inquinamento causato, ha evidenziato come questo principio non sempre sia applicato e come venga spesso applicato in misura diversa a seconda dei settori e degli Stati membri.
Non di rado, infatti, gli interventi di bonifica sono pagati con i fondi pubblici anziché da chi ha provocato il danno ambientale. Una situazione di estrema gravità, se si pensa che nell’UE esistono quasi 3 milioni di siti potenzialmente contaminati da attività industriali e smaltimento dei rifiuti.
È inammissibile che le azioni di bonifica rese necessarie da impianti inquinanti che esulano dal rispetto delle normative vigenti vengano finanziate dalle tasse dei contribuenti.
Nella stessa direttiva sulle emissioni industriali ci sono grosse falle, visto che si applica solo agli impianti più inquinanti, ma in caso di danno ambientale causato da emissioni autorizzate quasi nessuno Stato membro obbliga le industrie al risarcimento.
Ancora, il principio “chi inquina paga” resta di difficile applicazione in caso di inquinamento da fonti diffuse, in particolare quello provocato dall’agricoltura. In molti casi, infatti,
la contaminazione dei siti risale a così tanto tempo prima che l’inquinatore non esiste più, non può essere individuato e non può essere obbligato a risarcire il danno.
Infine, la Corte sottolinea che, quando le imprese non dispongono di garanzie finanziarie sufficienti (ad esempio, polizze assicurative che coprono la responsabilità ambientale), vi è il rischio che i costi della bonifica dei siti finiscano per essere sostenuti dai contribuenti, visto che le garanzie finanziarie non sono obbligatorie.
Per tutti questi motivi urge rafforzare il regime della responsabilità ambientale a livello UE, affinché i cittadini non siano vittime due volte, dell’inquinamento che subiscono e del costo di bonifica. Un aspetto importante su cui mi batterò durante la revisione della Direttiva Emissioni Industriali nel ruolo di relatrice ombra per il gruppo dei Verdi.
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