BRASILE: TRA DEFORESTAZIONE ILLEGALE E VIOLAZIONE DI DIRITTI UMANI
Questa settimana l’aula di Strasburgo ha adottato una risoluzione importante che per la prima volta condanna le politiche di #Bolsonaro. Il testo finale rischiava di essere annacquato dalle destre che hanno cercato in ogni modo di togliere qualsiasi riferimento al presidente brasiliano. Ha prevalso una maggioranza che chiede verità e giustizia per le morti dei difensori della natura e dei diritti umani e critica fortemente le politiche di devastazione di Bolsonaro.
Ecco quanto ho detto nel dibattito in plenaria:
Ancora morti in #Brasile, Bruno Pereira e Dom Phillips sono le ultime vittime di questa guerra condotta dal presidente Bolsonaro e dai suoi alleati dell’ #agrobusiness. Ma c’è una causa, soprattutto: la nostra domanda di beni brasiliani. È per questo che brucia l’#Amazzonia, diciamolo chiaramente.
Bruno aveva ricevuto minacce di morte a causa del suo lavoro con le #popolazioniindigene e la loro organizzazione Univaja, proprio per liberare le loro foreste da taglialegna illegali, minatori, bracconieri e trafficanti di droga. Ecco perché servono regole europee stringenti per dire basta ad importazione di prodotti che causano #deforestazione e violano i #diritti umani. Ed è quindi scandaloso che il Consiglio su questo si sia accordato per garantire scappatoie e limitare requisiti di tracciabilità.
Inoltre, i popoli indigeni sono i migliori custodi della #foresta, pertanto è necessario difenderli, vigilando sul rinnovo delle ordinanze per la protezione territoriale. Infine, ritengo che tutti gli Stati membri dovrebbero ratificare la Convenzione dei popoli #indigeni e tribali del 1989, l’unica Convenzione internazionale sui diritti delle popolazioni indigene.
Potete leggere la risoluzione del Parlamento EU qui https://www.europarl.europa.eu/.../RC-9-2022-0348_IT.html
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