BASTA BUGIE IN ETICHETTA!
Vi spiego perché la nuova etichettatura sul #benessereanimale è un inganno per i consumatori e perché i Ministri #Patuanelli e #Speranza, ai quali ho scritto sul tema lo scorso settembre, non possono sottrarsi al confronto.
- questo sistema darebbe accesso all’etichetta di qualità nazionale per il benessere animale anche a operatori che allevano scrofe in gabbia e che sottopongono i suini alla pratica crudele del taglio della coda, vietata dalle Direttiva europea 2008/120/CE da oltre vent’anni
- un sistema di etichettatura non basato sui metodi di produzione veicolerebbe informazioni non trasparenti, ingannando i consumatori che, convinti di acquistare un prodotto derivante da sistemi di allevamento rispettosi del benessere animale, potrebbero acquistare invece prodotti ottenuti da animali che hanno sempre vissuto in #gabbia o che hanno subito dolorose mutilazioni
- qualora tale sistema garantisse priorità di accesso ai fondi della Politica Agricola Comune e del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, favorendo ancora una volta gli allevamenti intensivi, si porrebbe in contraddizione con gli obiettivi del #GreenDeal europeo per la transizione verso sistemi più etici, più sostenibili e senza gabbie
- andrebbe in direzione opposta rispetto alla decisione della Commissione europea che lo scorso giugno, a seguito di una battaglia durata più di due anni, ha risposto all’iniziativa dei cittadini europei ‘End the Cage Age’ (con la quale 1,4 milioni di persone hanno chiesto di mettere fine alla pratica crudele dell’allevamento in gabbia e che ho avuto l’onore di portare al Parlamento europeo) annunciando il suo impegno a vietare l’uso delle gabbie attraverso una proposta legislativa che sarà presentata entro il 2023.
Mi unisco all’appello delle tante associazioni animaliste affinché il decreto venga rivisto in modo che gli standard per la certificazione del benessere animale siano in linea con le regole europee e con l’obiettivo di transizione verso sistemi di allevamento più etici, sostenibili e senza gabbie.
Patuanelli e Speranza, dove siete?!
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