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AFGHANI BLOCCATI TRA POLONIA E BIELORUSSIA. SI APPLICHI DIRETTIVA SU PROTEZIONE TEMPORANEA

Comunicato stampa

Bruxelles, 26 Agosto 2021


AFGHANI BLOCCATI DA SETTIMANE TRA POLONIA E BIELORUSSIA. EUROPA VERDE: SI APPLICHI DIRETTIVA SU PROTEZIONE TEMPORANEA

“Inaccettabile l’episodio che vede 32 persone provenienti dall’Afghanistan bloccate da ben due settimane alla frontiera tra Polonia e Bielorussia senza un riparo, assistenza sanitaria, né alcun genere di conforto, compresi cibo e acqua potabile” - dichiarano in una nota stampa Eleonora Evi e Angelo Bonelli, co-portavoce di Europa Verde.

“Mentre ciascun Paese cerca di accollare la responsabilità dell’accoglienza all’altro, i diritti di queste persone continuano ad essere palesemente violati. Come denuncia Amnesty International, il gruppo è stato infatti minacciato e respinto con la forza dalle guardie di frontiera, con l’aggravante di essere impossibilitato ad incontrare avvocati e operatori sanitari.

Non possiamo permettere che l’Europa si volti dall’altra parte, mentre in Afghanistan si consuma una vera ecatombe dei diritti umani. Questo vergognoso episodio è l’ennesima dimostrazione di quanto sia necessario un efficace coordinamento a livello europeo e soprattutto l’applicazione concreta della Direttiva sulla protezione temporanea, mai utilizzata in venti anni, che consente procedure accelerate di asilo.

Teniamo a ribadire che questa Direttiva esiste da tempo e si configura come mezzo efficace per permettere uno "status di rifugiati" facilitato per gli Afghani. Chiediamo con forza all’Europa e agli Stati membri di usare questo strumento, ideato proprio per fronteggiare situazioni di estrema gravità, dove la tempestività di intervento è indispensabile. È ora che venga applicato con rigore il principio di un’equa ripartizione delle responsabilità tra gli Stati membri relativamente alle politiche sull’immigrazione, perché da troppo tempo assistiamo a clamorose violazioni dei diritti umani di rifugiati e richiedenti asilo, con respingimenti illeciti e arbitrari. Basta con gli indugi, occorrono azioni concrete e immediate” - concludono i due portavoce.

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