Privatizzazione no! L'acqua è un diritto di tutti - ultime notizie dall'Europa sulla nostra
di Eleonora Evi, Efdd - Movimento 5 Stelle Europa "Alla ripresa dei lavori del Parlamento europeo entreremo nel vivo dei negoziati sulla nuova direttiva relativa alla qualità dell'acqua destinata al consumo umano, che arriverà a un primo esame in Commissione Ambiente il 10 settembre. Ci siamo presentati al tavolo negoziale che si è aperto in Parlamento europeo difendendo l'accesso all'acqua pubblica quale diritto umano fondamentale e proponendo una linea durissima contro gli inquinanti chimici, tra cui le sostanze perfluoro-alchiliche (PFAS), che comportano rischi inaccettabili per la salute che si manifestano in maniera violenta non solo in Veneto ma anche in altre regioni d'Europa. A nostro avviso la risposta che deve venire dall'Europa in occasione della rifusione della Drinking Water Directive non può che essere decisa, sia sull'accesso all'acqua e ai servizi igienico-sanitari di base, come chiesto da più di 1,9 milioni di cittadini che in Italia e non solo hanno sottoscritto l'iniziativa dei cittadini europei (ICE) "Right2Water" , sia sulla gestione pubblica delle risorse idriche, come chiesto dai 27 milioni di italiani che nel 2011 hanno votato a favore del referendum sull'acqua pubblica. Gli emendamenti che abbiamo presentato a giugno e che stiamo difendendo nel confronto con i gruppi politici riguardano molti aspetti relativi alla gestione dell'acqua potabile: dall'accessibilità delle informazioni sulla qualità dell'acqua, area di intervento su cui lavorare per una migliore tutela dei consumatori, all'informazione tempestiva dei cittadini nel caso di pericoli potenziali per la salute umana in caso di contaminazione. Ma soprattutto con i nostri emendamenti abbiamo chiarito che per il Movimento Cinque Stelle garantire l'accesso all'acqua quale bene naturale e diritto umano universale costituisce una vera e propria stella polare a cui non possiamo rinunciare nell'ambito del nostro agire politico. Per noi le acque superficiali e sotterranee da cui viene estratta l'acqua potabile non possono essere mercificate in alcun modo. Al contrario, le dobbiamo proteggere, favorendo il governo pubblico e partecipativo dell'intero ciclo integrato dell'acqua. È sempre per questa ragione che abbiamo proposto di inserire l'accesso equo all'acqua ed il suo uso sostenibile come obiettivi che la nuova direttiva dovrebbe perseguire. Secondo noi nei prossimi anni gli Stati membri dovrebbero identificare le categorie di persone prive di accesso all'acqua (non solo i gruppi vulnerabili ed emarginati, come indicato dalla Commissione europea, ma anche gli individui a rischio di povertà ed esclusione sociale) e adottare misure appropriate per abbattere gli ostacoli che impediscono il godimento da parte di tutti di quello che è un diritto umano essenziale. Un diritto che non può essere negato a causa delle condizioni socio-economiche in versano i singoli, che non dovrebbero mai essere privati di un'erogazione giornaliera d'acqua potabile almeno di 50 litri, come raccomandato dall'Organizzazione mondiale della salute (OMS). Abbiamo anche chiesto di disincentivare l'uso di bottiglie e contenitori di plastica negli edifici pubblici a favore della fruizione di acqua pubblica e di introdurre sistemi per ridurre gli sprechi e le perdite d'acqua nella rete. Aspetti su cui stiamo insistendo, anche grazie all'intervento del Ministro Costa, che ne ha sottolineato l'importanza il 25 giugno scorso in occasione del Consiglio dei Ministri dell'ambiente dell'UE, chiarendo che il Governo del cambiamento è pronto a fare la sua parte per assicurare un migliore accesso all'acqua potabile non solo in Italia ma anche in Europa. Per quanto riguarda i parametri biologici e chimici che saranno disciplinati dalla nuova direttiva, accogliamo con favore l'approccio adottato dalla Commissione UE che, sulla base del principio di precauzione, vorrebbe introdurre valori parametrici per alcuni interferenti endocrini e riconoscere la necessità di individuare, monitorare e ridurre le microplastiche nei corpi idrici da cui viene estratta l'acqua potabile. Pensiamo però che la proposta avrebbe potuto essere più ambiziosa sulle PFAS ed è per questo che siamo intervenuti in chiave restrittiva introducendo parametri prossimi allo zero, sia per le sostanze individuali sia per il loro cumulo, e abbiamo ridotto drasticamente il margine di errore per la loro identificazione da parte delle autorità competenti. Auspichiamo di potere trovare un accordo sulle PFAS con le altre forze politiche in Europa che possa mettere davvero al sicuro la salute delle persone e che, soprattutto, possa agevolare l'operato del Parlamento italiano e del Ministro della salute in sede di recepimento della nuova direttiva per centrare l'obiettivo PFAS zero in Italia. I negoziati sono guidati dal Partito popolare europeo che, da una parte, sta purtroppo mantenendo una posizione conservatrice in quanto alla definizione dei parametri biologici e chimici, e che, dall'altra, sta proponendo un'azione mirata per la definizione dei requisiti minimi di igiene per i prodotti, le sostanze e i materiali in contatto con l'acqua, un aspetto - questo - su cui il Governo del cambiamento è pronto a contribuire in maniera propositiva".